Ogni giorno emergono nuove vulnerabilità che possono mettere a rischio dati sensibili e interi sistemi aziendali.
Ma quando una vulnerabilità viene scoperta, come si può gestire in modo responsabile e collaborativo per evitare disastri?

Ecco dove entra in gioco il Coordinated Vulnerability Disclosure (CVD), un approccio che permette di trasformare la scoperta di una falla in un’opportunità per migliorare la sicurezza. In questo articolo esploreremo come funziona il processo di CVD, perché è fondamentale per proteggere le infrastrutture digitali.

  1. Cos’è il Coordinated Vulnerability Disclosure?
  2. Perché il CVD è importante per la sicurezza informatica?
  3. Come funziona il Coordinated Vulnerability Disclosure?
  4. Quando dovrebbe essere divulgata una vulnerabilità?
coordinated vulnerability disclosure

Cos’è il Coordinated Vulnerability Disclosure?

La Vulnerability Disclosure si riferisce al processo attraverso cui viene comunicata la scoperta di una vulnerabilità all’interno di un sistema, software o infrastruttura digitale. Questo processo può assumere diverse forme, a seconda del modo in cui viene gestita la segnalazione e la successiva correzione della vulnerabilità. Esistono principalmente due tipologie di divulgazione:

  1. Full Disclosure 
    La vulnerabilità viene resa immediatamente pubblica, con l’obiettivo di mettere pressione sui fornitori o sviluppatori affinché agiscano velocemente per risolvere il problema. Tuttavia, questo approccio espone a rischi elevati, poiché malintenzionati potrebbero sfruttare la falla prima che sia risolta.
  2. Coordinated Vulnerability Disclosure (CVD)
    In questo caso, la vulnerabilità viene segnalata in modo privato ai responsabili del sistema o software, consentendo loro di lavorare a una soluzione prima che la vulnerabilità diventi di dominio pubblico. Questo approccio riduce il rischio di exploit e promuove una collaborazione costruttiva tra chi scopre la vulnerabilità e chi è incaricato di risolverla.

La Coordinated Vulnerability Disclosure è considerata l’approccio più etico e sicuro, poiché permette di ridurre il rischio di attacchi mentre si lavora per risolvere la falla, proteggendo allo stesso tempo gli utenti e le aziende.

Perché il CVD è importante per la sicurezza informatica?

Le vulnerabilità nei sistemi informatici rappresentano un rischio enorme per le aziende e le organizzazioni. Una falla non risolta può essere sfruttata per eseguire attacchi di vario tipo, come furti di dati, ransomware o compromissione dei sistemi. Per evitare questi scenari, il CVD rappresenta una soluzione che mette in primo piano la collaborazione tra chi scopre la vulnerabilità e chi la deve correggere.

Ecco alcuni motivi per cui il CVD è fondamentale:

  1. Tempestività nella risoluzione 
    Una vulnerabilità non segnalata pubblicamente finché non è risolta riduce i rischi di exploit. Le aziende hanno il tempo di correggere il problema prima che possa essere sfruttato.
  2. Miglioramento continuo
    La scoperta di vulnerabilità porta spesso a un miglioramento generale della sicurezza dei sistemi. Ogni vulnerabilità risolta rende l’infrastruttura più robusta e resiliente.
  3. Trasparenza e fiducia
    Gestire le vulnerabilità in modo responsabile costruisce fiducia tra le aziende e i propri clienti. Quando le vulnerabilità vengono risolte rapidamente e in modo coordinato, si dimostra un impegno concreto per la sicurezza.
  4. Riduzione dei danni reputazionali
    Divulgare una vulnerabilità senza un’adeguata risoluzione può avere conseguenze disastrose per l’immagine di un’azienda. Il CVD evita questo, permettendo una gestione controllata e responsabile della comunicazione.

Come funziona il Coordinated Vulnerability Disclosure?

Il processo di CVD segue alcune fasi ben definite, progettate per proteggere sia chi scopre la vulnerabilità che l’azienda proprietaria del sistema:

  1. Scoperta della vulnerabilità: un esperto di sicurezza o un ricercatore individua una vulnerabilità in un sistema o software.
  2. Segnalazione riservata: la vulnerabilità viene comunicata al fornitore o al team di sviluppo in modo privato. Questo passaggio è cruciale per evitare che la vulnerabilità diventi nota ad attori malintenzionati prima di essere risolta.
  3. Collaborazione e correzione: il fornitore lavora a stretto contatto con chi ha scoperto la vulnerabilità per sviluppare una patch o una soluzione. Questo processo può richiedere tempo, soprattutto se la vulnerabilità è complessa.
  4. Divulgazione pubblica: una volta risolta la vulnerabilità, viene emesso un comunicato o un advisory che descrive il problema e la soluzione. Questo passaggio è fondamentale per informare gli utenti dell’esistenza di una vulnerabilità e della necessità di aggiornare i propri sistemi.

Quando dovrebbe essere divulgata una vulnerabilità?

La tempistica della divulgazione di una vulnerabilità è un aspetto cruciale.
Idealmente, una vulnerabilità dovrebbe essere divulgata solo dopo che è stata risolta o quando è disponibile una patch per gli utenti.
Questo riduce il rischio che malintenzionati possano sfruttarla prima che le aziende abbiano avuto il tempo di implementare le correzioni necessarie.

Tuttavia, ci sono alcune eccezioni. Se il fornitore del sistema non risponde in modo tempestivo o non affronta il problema, potrebbe essere necessario divulgare la vulnerabilità per mettere pressione e garantire la sicurezza degli utenti.
Nel contesto del Coordinated Vulnerability Disclosure, la divulgazione è coordinata tra chi scopre la vulnerabilità e il proprietario del sistema, in modo che entrambe le parti possano concordare i tempi di pubblicazione, bilanciando la necessità di risolvere il problema con la protezione degli utenti.