Scopri cos’è il Session Hijacking, come funziona e le migliori tecniche di protezione contro questo attacco informatico.

I cybercriminali non si limitano più a diffondere malware o condurre campagne di phishing, ma sfruttano vulnerabilità nei meccanismi di autenticazione e gestione delle sessioni. Infatti, gli attacchi si evolvono costantemente, diventando sempre più sofisticati e subdoli nei confronti di aziende e utenti. In questo contesto si inserisce uno degli attacchi più insidiosi: il Session Hijacking.

  1. Cos’è il Session Hijacking?
  2. Come funziona un attacco Session Hijacking?
  3. Come difendersi dal Session Hijacking?
session hijacking

Si tratta di una tecnica che permette a un attore malevolo di impossessarsi della sessione di un utente legittimo, bypassando le credenziali e i sistemi di autenticazione. In altre parole, l’attaccante può assumere l’identità della vittima, accedere ai suoi dati riservati e compiere azioni fraudolente senza destare sospetti.

Ma come sempre, andiamo con ordine e affrontiamo per gradi l’argomento.

Che cos’è il Session Hijacking?

Il Session Hijacking è una tecnica di attacco in cui un malintenzionato prende il controllo di una sessione autenticata tra un utente e un server. Questo gli consente di impersonare l’utente legittimo senza dover inserire credenziali di accesso. L’attaccante ottiene il Session ID o il cookie di autenticazione, sfruttando vulnerabilità nei protocolli di comunicazione, come la mancanza di crittografia, per intercettare e sottrarre questi dati durante il trasferimento.

Questo tipo di attacco ha origini risalenti agli albori di internet, quando la sicurezza delle sessioni era ancora rudimentale. In passato, l’assenza di crittografia nella comunicazione e una gestione inefficace dei cookie rendevano le sessioni utente vulnerabili. Le tecniche più comuni di Session Hijacking includono l’intercettazione di pacchetti di rete, l’abuso di cookie non sicuri e l’utilizzo di Session ID prevedibili, ovvero identificatori di sessione facilmente indovinabili o intercettabili.

Le conseguenze di un attacco riuscito sono a dir poco gravi. Un attore malevolo che prende il controllo di una sessione, può accedere a dati sensibili, eseguire transazioni fraudolente su conti bancari e modificare account utente senza che la vittima se ne accorga. In ambito aziendale, ciò si traduce in perdite finanziarie, compromissione di dati riservati e accesso non autorizzato alla rete interna. Inoltre, le ripercussioni reputazionali sono a dir poco devastanti, poiché una violazione della privacy mina la fiducia di clienti e partner commerciali nei confronti dell’organizzazione colpita.

Come funziona un attacco Session Hijacking?

Come abbiamo detto in fase di introduzione, il Session Hijacking ha come obiettivo il furto della sessione di un utente autenticato. Il processo avviene in più fasi, ognuna delle quali sfrutta vulnerabilità specifiche nei protocolli di autenticazione e gestione delle sessioni. Vediamole insieme nel dettaglio, per comprendere non solo il suo funzionamento, ma anche le conseguenze che ne derivano.

Acquisizione del Session ID

La prima fase consiste nell’acquisizione del Session ID, l’identificatore univoco che il server assegna a un utente autenticato. L’attaccante può ottenerlo attraverso diverse tecniche, come lo sniffing del traffico di rete su connessioni non cifrate, o il furto di cookie tramite attacchi Cross-Site Scripting (XSS). In quest’ultimo caso, un codice JavaScript malevolo viene iniettato in una pagina web visitata dalla vittima, estraendo e inviando il cookie di sessione a un server controllato dal criminale (C2). Un’altra tecnica comune è la previsione del Session ID, sfruttando vulnerabilità nei meccanismi di generazione degli identificatori.

Session Hijacking Infografica

Impersonificazione dell’utente

Dopo aver ottenuto il Session ID, l’attaccante lo utilizza per impersonare l’utente legittimo, inserendolo manualmente nei cookie del proprio browser o modificando i parametri della richiesta HTTP. Se il server non implementa misure di protezione, come il binding della sessione all’IP o allo user agent, l’attacco riesce senza che la vittima se ne accorga.

Esfiltrazione dei dati sensibili e altre azioni malevole

A questo punto, il criminale può eseguire azioni malevole a nome della vittima. In un contesto finanziario, costui accede ai conti bancari del proprio bersaglio e dirotta le transazioni verso il proprio portafoglio online. Se l’attacco colpisce un’infrastruttura aziendale, l’aggressore può sottrarre dati riservati, modificare le configurazioni di sistema a proprio vantaggio, o diffondere ulteriori minacce all’interno della rete. Per massimizzare il danno, l’attaccante può esfiltrare informazioni sensibili sfruttando ulteriori vulnerabilità, come il Cross-Site Request Forgery (CSRF). Il risultato finale vede i dati sottratti rivenduti nei black market presenti sul dark web, o impiegati per condurre estorsioni e attacchi su larga scala.

Come difendersi dal Session Hijacking?

In base a quanto discusso, si è compreso che il Session Hijacking è un attacco insidioso, che sfrutta debolezze nella gestione delle sessioni. Tuttavia, esistono diverse strategie per mitigare il rischio e proteggere le sessioni attive. Di seguito, sono riportate alcune delle principali best practices da adottare contro di esso.

  • Gestione avanzata delle sessioni.
    La rigenerazione dell’ID di sessione dopo ogni login riduce il rischio che un identificatore compromesso venga riutilizzato da un attaccante. Implementare un modello di sessione basato su short-lived tokens, come i JSON Web Token (JWT), permette di invalidare rapidamente le sessioni compromesse. Inoltre, una validazione regolare dell’autenticità della sessione aiuta a prevenire intrusioni.
  • Utilizzo di HTTPS con crittografia TLS/SSL.
    Per evitare il furto di sessioni durante il trasferimento dei dati, tutte le comunicazioni tra client e server devono avvenire esclusivamente su HTTPS, che sfrutta il protocollo TLS (Transport Layer Security). In questo modo, le informazioni sensibili vengono crittografate, impedendo agli attaccanti di intercettarle tramite sniffing del traffico di rete.
  • Protezione dei cookie di sessione con HttpOnly e Secure.
    L’impostazione di un tempo di scadenza breve per i cookie di sessione riduce il rischio che vengano riutilizzati da un attaccante. L’attributo HttpOnly impedisce l’accesso ai cookie da parte di script JavaScript, proteggendo così la sessione da attacchi XSS. L’attributo Secure, invece, garantisce che i cookie vengano trasmessi solo su connessioni HTTPS, prevenendo la loro esposizione su reti non sicure.

Ma non è finita qui. Sono da considerarsi misure di difesa dal session hijacking:

  • Abilitazione dell’autenticazione a più fattori.
    Anche se un attaccante riuscisse a ottenere il Session ID, l’autenticazione multifattoriale (MFA) aggiunge un ulteriore livello di sicurezza. L’uso di codici temporanei inviati via SMS, app di autenticazione, o chiavi di sicurezza impedisce l’accesso non autorizzato, anche in caso di compromissione della sessione.
  • Monitoraggio attivo delle sessioni utente.
    La rilevazione di attività anomale durante una sessione consente di identificare tempestivamente tentativi di hijacking. Un sistema di monitoraggio delle sessioni può segnalare variazioni sospette, come un cambio improvviso di indirizzo IP o di dispositivo, permettendo di bloccare la sessione prima che venga sfruttata per azioni dannose.
  • Aggiornamenti costanti e gestione delle vulnerabilità.
    Molti attacchi di Session Hijacking sfruttano vulnerabilità note in software e librerie di terze parti. Mantenere aggiornati i sistemi e applicare tempestivamente le patch di sicurezza riduce significativamente i rischi. Le organizzazioni dovrebbero adottare un processo regolare di gestione delle vulnerabilità per individuare e correggere eventuali falle nel software in uso.
  • Educazione e sensibilizzazione degli utenti finali.
    Anche le migliori difese tecniche possono essere vanificate da errori umani. Educare gli utenti a riconoscere tentativi di phishing, evitare di cliccare su link sospetti e prestare attenzione quando si connettono a reti Wi-Fi pubbliche è la miglior forma di prevenzione contro gli attacchi informatici. La consapevolezza delle minacce è essenziale per mantenere alto il livello di sicurezza.

In conclusione

Il Session Hijacking è una delle minacce più subdole e pericolose nel campo della sicurezza informatica. Sfruttando le vulnerabilità nelle sessioni utente, gli attaccanti possono ottenere accesso non autorizzato a dati sensibili e risorse protette. Sebbene esistano numerose difese contro questo attacco, la protezione completa dipende dalla continua evoluzione delle tecniche di difesa e da una corretta gestione delle vulnerabilità.

In un mondo sempre più interconnesso, è essenziale che aziende e utenti finali siano consapevoli delle minacce e si impegnino attivamente a proteggere le loro informazioni. Solo con un processo di sensibilizzazione continua, una formazione adeguata degli utenti e una solida collaborazione con esperti di sicurezza informatica, è possibile prevenire danni irreparabili. Il nostro avversario, invisibile ma determinato, può essere sconfitto solo con la preparazione adeguata.