Nel panorama sempre più complesso della sicurezza informatica, le organizzazioni sono costantemente alla ricerca di strumenti e strategie per proteggere le proprie reti e i dati sensibili.

Due concetti che sono diventati fondamentali nella lotta contro le minacce digitali sono rappresentati da Threat Hunting e Threat Detection.

Sebbene entrambi si concentrino su rilevazione e risposta alle minacce informatiche, esistono delle differenze significative tra questi due approcci.

threat hunting e threat detection

In questo articolo, esamineremo punto per punto le distinzioni tra Threat Hunting e Threat Detection e che ruolo giocano nelle strategie di cybersecuriy.

  1. Definizione di Threat Hunting
  2. Obiettivi e metodologie del Threat Hunting
  3. Definizione di Threat Detection
  4. Obiettivi e metodologie del Threat Detection
  5. Threat Hunting e Threat Detection: le differenze sostanziali
  6. Conclusioni

Definizione di Threat Hunting

Il Threat Hunting è un approccio proattivo alla sicurezza informatica che coinvolge la ricerca attiva delle minacce all’interno di un ambiente IT.

Gli esperti di Threat Hunting vanno alla ricerca di:

  • eventi e log
  • indicatori di compromissione
  • comportamenti anomali

che potrebbero evidenziare la presenza di una minaccia informatica.

Obiettivi e metodologie del Threat Hunting

Utilizzando metodi e strumenti avanzati, gli analisti cercano di individuare attività sospette o indizi che potrebbero passare inosservati alle soluzioni di sicurezza tradizionali.

A differenza di queste ultime, infatti, le attività di Threat Hunting cercano attivamente di identificare e mitigare le minacce già presenti o potenziali.

Il Threat Hunting richiede una mentalità investigativa e una conoscenza approfondita dell’ambiente di rete che prevede:

  1. Definizione degli obiettivi: prima di iniziare, è importante stabilire gli obiettivi specifici che si desidera raggiungere. Ad esempio, potrebbe essere la ricerca di indicatori di compromissione all’interno di un sistema specifico o l’identificazione di comportamenti anomali a livello di rete
  2. Raccolta e analisi dei dati: il passo successivo coinvolge la raccolta dei dati pertinenti, come log di sistema, eventi di sicurezza, registri di rete e altre fonti di informazioni. Gli analisti esaminano attentamente i dati alla ricerca di segnali di attività sospette o anomale. Ciò può includere la ricerca di indicatori di compromissione noti (IOC) o la scoperta di pattern di attacco precedentemente non identificati
  3. Identificazione delle anomalie: durante l’analisi dei dati, gli analisti cercano comportamenti o attività che si discostano dal normale funzionamento del sistema o della rete. Queste anomalie possono includere accessi non autorizzati, comunicazioni insolite, modifiche non autorizzate dei file, attività di scansione o altre attività che potrebbero essere indicative di una minaccia
  4. Validazione delle minacce: una volta identificate le anomalie, gli analisti procedono con la validazione delle potenziali minacce. Questo può comportare l’utilizzo di strumenti di analisi aggiuntivi, la consultazione di database di intelligence sulla minaccia o la collaborazione con altri analisti o team di sicurezza. L’obiettivo è determinare se le anomalie individuate rappresentano effettivamente una minaccia reale o se possono essere spiegate da fattori legittimi.
  5. Risposta e mitigazione: se una minaccia viene confermata, gli analisti passano alla fase di risposta e mitigaione. Ciò può includere l’isolamento della minaccia, la rimozione o la neutralizzazione degli agenti dannosi, l’applicazione di patch di sicurezza o altre azioni volte a proteggere il sistema o la rete dall’ulteriore compromissione
  6. Analisi post-incidente: dopo aver affrontato una minaccia, è importante condurre un’analisi post-incidente per comprendere come questa sia stata individuata e quali miglioramenti possono essere apportati al processo di threat hunting. Questo feedback aiuta a migliorarne le capacità di analisi future.

Un caso concreto di Threat Hunting

Immaginiamo una grande azienda che opera nel settore finanziario. Gli specialisti di Threat Hunting all’interno dell’azienda potrebbero iniziare l’attività di ricerca esaminando i log di sistema e le registrazioni degli eventi per individuare anomalie o attività insolite.

Potrebbero notare che un dipendente ha effettuato un numero insolitamente elevato di accessi al sistema di gestione dei clienti, a orari inconsueti e da posizioni geografiche inusuali.

Questo potrebbe sollevare sospetti e suggerire la possibilità di un’attività malevola. Gli analisti procederebbero quindi a esaminare ulteriormente le attività di quel dipendente, analizzando le transazioni effettuate, i dati a cui ha avuto accesso e il suo comportamento generale. Potrebbero scoprire che il dipendente ha sottratto informazioni sensibili dei clienti per scopi fraudolenti.

In questo esempio, il Threat Hunting ha permesso di individuare un’attività anomala all’interno dell’ambiente di rete, che non era stata rilevata dai sistemi di sicurezza tradizionali.

Definizione di Threat Detection

Il Threat Detection, d’altra parte, si concentra sulla capacità di identificare e segnalare le minacce nel momento in cui si verificano.

Questo approccio si basa sull’uso di tecnologie di sicurezza avanzate, come i sistemi di rilevamento delle intrusioni (IDS) e i SIEM (Security Information and Event Management), per monitorare costantemente l’ambiente informatico e riconoscere i segni di attività malevola.

Il Threat Detection si basa su regole e modelli predefiniti per identificare le minacce note, ma può anche utilizzare l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale per individuare comportamenti anomali.

Il Threat Detection, si basa principalmente su:

  • automazione
  • uso di strumenti tecnologici

per monitorare costantemente l’ambiente informatico.

Infatti, le soluzioni IDS e SIEM giocano un ruolo fondamentale nel rilevare le minacce in tempo reale. Questi strumenti possono essere configurati per riconoscere:

  • segnali specifici
  • modelli di comportamento

che possono indicare la presenza di una minaccia.

Obiettivi e metodologie del Threat Detection

L’attività di Threat Detection è principalmente focalizzata sulla segnalazione tempestiva delle minacce.

Una volta rilevata un’attività sospetta, viene generato un avviso inviato direttamente agli amministratori di sicurezza.

Per tale ragione, le tecnologi di Threat Detection sono spesso integrate con processi di risposta agli incidenti, consentendo una gestione rapida e mirata delle minacce.

Esempio concreto di Threat Detection

Immaginiamo un’organizzazione che utilizza un sistema di rilevamento delle intrusioni (IDS) per monitorare il traffico di rete in tempo reale. Il sistema IDS è configurato con regole e firme predefinite che identificano le minacce note, come attacchi DDoS o tentativi di exploit noti.

Se il sistema rileva un traffico che corrisponde a una delle regole predefinite, genererà un avviso che verrà inviato agli amministratori di sicurezza.

Ad esempio, il sistema IDS potrebbe rilevare un grande volume di richieste provenienti da un singolo indirizzo IP esterno verso un server interno dell’organizzazione.

Questo potrebbe indicare un possibile attacco di tipo DDoS, in cui un attaccante cerca di sovraccaricare il server con una grande quantità di richieste, al fine di renderlo inaccessibile agli utenti legittimi.

Quando il sistema IDS rileva questa attività anomala, invia un avviso immediato agli amministratori di sicurezza.

Gli amministratori possono quindi avviare una risposta per mitigare l’attacco, ad esempio bloccando l’indirizzo IP sospetto o instradando il traffico attraverso un servizio di mitigazione DDoS.

Threat Hunting e Threat Detection: le differenze sostanziali

Le differenze principale tra Threat Hunting e Threat Detection risiedono nell’approccio e nell’obiettivo di ciascuna pratica.

Il Threat Hunting si concentra sull’individuazione delle minacce in modo proattivo e sulla comprensione approfondita dei loro comportamenti e intenzioni.

Gli analisti di Threat Hunting non si limitano a individuare e segnalare le minacce, ma cercano anche di:

  • comprendere come sono entrate nella rete
  • quali danni hanno causato
  • come possono essere fermate e mitigati i loro effetti

Questo approccio consente di adottare misure preventive e migliorare le strategie di sicurezza

Il Threat Detection, d’altra parte, punta a individuare le minacce nel momento in cui si verificano, consentendo una risposta rapida per minimizzare i danni e mitigare gli attacchi in corso

Insomma: se quest’ultima gioca sul fattore tempo, la prima analizza in profondità cause ed effetti delle offensive cibernetiche.

Conclusioni

Nella lotta contro le minacce digitali, sia il Threat Hunting che il Threat Detection svolgono un ruolo essenziale.

Sebbene differenti, bisogna interpretare entrambi gli approcci come complementari tra loro.

Il Threat Detection fornisce una protezione in tempo reale e una risposta immediata agli attacchi, mentre il Threat Hunting consente di individuare e mitigare le minacce più sofisticate e insidiose che potrebbero sfuggire ai sistemi di sicurezza tradizionali.

Sia il Threat Hunting che il Threat Detection, quindi, sono strumenti preziosi per le organizzazioni che desiderano proteggere le proprie reti e i propri dati sensibili.

Combinandoli entrambi, le organizzazioni possono rafforzare la loro sicurezza informatica, individuare e mitigare le minacce in modo tempestivo, e adottare misure preventive per prevenire attacchi futuri.