Una sandbox, nel contesto informatico, è un ambiente isolato e controllato in cui è possibile eseguire e testare applicazioni o processi senza che possano influire sul sistema operativo o su altri software.

Le sandbox forniscono un livello di sicurezza aggiuntivo limitando l’accesso alle risorse e consentendo un’analisi dettagliata degli eventi.

sandbox

Analizziamo, quindi, caratteristiche, funzionalità e vantaggi di questa tecnologia ampiamente utilizzata per la sicurezza informatica, lo sviluppo software e la valutazione dei rischi.

  1. In che cosa consiste una sandbox?
  2. Quali sono le funzionalità
  3. Le cinque fasi operative del sandboxing
  4. Pro e contro di questa tecnologia
  5. Conclusioni

In che cosa consiste una sandbox?

Sebbene la traduzione letterale faccia riferimento a una “scatola di sabbia”, nel contesto informatico, una sandbox,  è un ambiente virtualizzato o isolato che limita le risorse e i privilegi di un’applicazione o di un processo.

Essa impone restrizioni sulle operazioni che possono essere eseguite, come l’accesso al sistema operativo o alle risorse di rete.

Questo è spesso ottenuto attraverso tecniche come:

  • virtualizzazione: tecnologia che consente di creare una versione virtuale di una risorsa hardware o software
  • containerizzazione: forma di virtualizzazione leggera che consente di isolare e gestire in modo indipendente le applicazioni e i processi all’interno di ambienti autonomi, definiti in gergo “contenitori”
  • creazione di un ambiente protetto all’interno di un sistema operativo, riferito all’implementazione di misure di sicurezza e controllo per limitare le azioni di un’applicazione o di un processo all’interno della sandbox

Di conseguenza, le sandbox consentono di eseguire software in modo sicuro e controllato, riducendo i rischi di vulnerabilità, exploit o danni al sistema ospite.

Quali sono le funzionalità

Le sandbox possono essere utilizzate per diverse finalità in ambito di sicurezza informatica. Ecco alcune delle principali:

  • Test di sciurezza: una sandbox può essere utilizzata per eseguire programmi sospetti o non affidabili in modo da verificare se essi rappresentino una minaccia per il sistema o il network. In questo modo, è possibile valutare il comportamento del programma in un ambiente protetto e decidere se esso debba essere eseguito o meno
  • Software testing: le sandbox possono essere utilizzate per testare nuovo software o codice senza correre il rischio di danneggiare il sistema o la rete. In questo modo, è possibile verificare il funzionamento del software in un ambiente protetto prima di procedere alla sua distribuzione o all’implementazione in ambienti di produzione
  • Isolamento dei processi: le sandbox possono essere utilizzate per isolare processi o applicazioni dal resto del sistema. In questo modo, è possibile prevenire la diffusione di malware o la compromissione dei dati nel caso in cui il processo o l’applicazione venga compromessa.
  • Sviluppo sicuro: le sandbox possono essere utilizzate anche in ambienti di sviluppo per garantire che il codice sviluppato sia sicuro e affidabile. In questo modo, è possibile testare il codice in un ambiente protetto prima di procedere alla sua distribuzione o all’implementazione in ambienti di produzione
  • Analisi forense: le sandbox possono essere utilizzate anche per l’analisi forense in caso di compromissione di un sistema o di un network. In questo modo, è possibile eseguire il malware in un ambiente protetto e analizzare il suo comportamento per determinare le modalità d’infezione e il tipo di minaccia rappresentata

Le cinque fasi operative del sandboxing

Un processo di sandboxing dipende dal tipo di sandbox utilizzata e dalle impostazioni specifiche della sandbox stessa.

In generale, tuttavia, il funzionamento di una sandbox può essere descritto come segue:

  1. Il programma viene eseguito nella sandbox: quando si desidera eseguire un programma in una sandbox, esso viene prima caricato nell’ambiente protetto. A questo punto, il programma viene eseguito come se fosse in un sistema operativo o in un ambiente di esecuzione normale
  2. Il programma viene isolato dal resto del sistema: una volta eseguito, il programma viene isolato dal resto del sistema e viene limitato nell’accesso alle risorse del sistema. In questo modo, è possibile evitare che il programma possa danneggiare il sistema o il network o che possa accedere a informazioni sensibili
  3. Il programma viene eseguito con restrizioni: durante l’esecuzione, il programma può essere soggetto a ulteriori restrizioni, come limiti di tempo di esecuzione o limiti di accesso a determinate risorse o porte di rete. Queste restrizioni vengono impostate dall’amministratore della sandbox e possono variare in base alla configurazione specifica della sandbox
  4. Il comportamento del programma viene monitorato: durante l’esecuzione, il comportamento del programma viene monitorato e registrato. In questo modo, è possibile analizzare il suo funzionamento e verificare se esso rappresenti una minaccia per il sistema o il network
  5. Il programma viene terminato: una volta terminato l’esecuzione del programma, esso viene chiuso e rimosso dalla sandbox. In questo modo, il sistema torna allo stato iniziale e il programma non ha più alcun accesso alle risorse del sistema

Pro e contro di questa tecnologia

Dopo averne compreso caratteristiche e finalità, analizziamo ora i pro e i contro dell’utilizzo di una sandbox in azienda.

I vantaggi di utilizzare una sandbox in ambito di sicurezza informatica sono immediati e innegabili:

  • Isolamento: la sandbox permette di eseguire il codice in un ambiente virtuale separato dal sistema operativo, il che significa che eventuali danni o modifiche apportate al codice eseguito non influenzeranno il sistema operativo o i dati dell’utente
  • Sicurezza: poiché il codice viene eseguito in un ambiente virtuale, le sandbox possono fornire un livello di protezione aggiuntivo contro le minacce informatiche, come virus, trojan o malware
  • Facilità d’uso: le sandbox rendono semplice l’esecuzione di codice di cui non si conosce la provenienza o il contenuto, poiché permettono di eseguire il codice in modo sicuro senza dover installare nulla sul sistema operativo

Tuttavia, come ogni tecnologia, anche quest’ultima non è esente da svantaggi, tra cui:

  • Costi: le sandbox possono essere costose da implementare e mantenere, soprattutto se si tratta di soluzioni di alto livello come quelle utilizzate dalle grandi aziende
  • Prestazioni: l’esecuzione di codice all’interno di una sandbox può essere più lenta rispetto all’esecuzione del codice direttamente sul sistema operativo, poiché deve passare attraverso un ulteriore strato di virtualizzazione
  • Limitazioni: le sandbox possono avere limitazioni nell’esecuzione di alcuni tipi di codice o funzionalità, poiché sono progettate per proteggere il sistema operativo e i dati dell’utente. Ciò può limitare la flessibilità della sandbox nell’eseguire determinati tipi di codice o compiti

Come si può constatare, tutte le voci a sfavore di questa tecnologia non riguardano in alcun modo sicurezza, quanto piuttosto aspetti schiettamente economici e tecnici.

Conclusioni

Come abbiamo visto, il supporto fornito alla cybersecurity dal sandboxing è inconfutabile.

Isolando programmi, applicazioni o porzioni di rete, si impedisce che il sistema produttivo venga intaccato e che software potenzialmente dannosi possano circolare senza limiti.

Tuttavia, spesso il principale elemento di frizione è determinato dai costi e dalle risorse (umane e tecnologiche) necessarie per una sua corretta gestione.

In qualsiasi caso, è possibile rivolgersi a consulenti esterni esperti nel campo dell’ethical hacking e della sicurezza informatica.

In tal modo, sarà possibile implementare una soluzione di sandboxing cucita in base alle esigenze e alle disponibilità d’investimento della propria azienda.